a 

Faccio parte dei 205 milioni di disoccupati esistenti al mondo in questa precisa epoca storica di crisi economica. Rientro nelle stime dei laureati disoccupati. Durante le mie spasmodiche ricerche di lavoro on line mi sono imbattuta spesso in annunci a dir poco "creativi".
In particolare, ho notato moltissima confusione riguardo le competenze tecniche della professione di "content design".
Al momento questo "titolo" viene utilizzato a discrezione del singolo, indicando ora un tipo di professionalità ora un altro. Molte aziende ricercano una persona unica in grado di coprire il ruolo di - almeno - tre figure professionali specifiche (programmatore web, web content, web marketing), offrendo in cambio ben poco (non sempre, ma spesso). Ho pensato di rendere fruttuosa quest'esperienza frustrante.
Vorrei parlare della comunicazione digitale, degli ambiti dei web design e dei compiti specifici del web content, nella speranza di rendere un servizio ai disoccupati, alle aziende e agli interessati.
In particolare, ho notato moltissima confusione riguardo le competenze tecniche della professione di "content design".
Al momento questo "titolo" viene utilizzato a discrezione del singolo, indicando ora un tipo di professionalità ora un altro. Molte aziende ricercano una persona unica in grado di coprire il ruolo di - almeno - tre figure professionali specifiche (programmatore web, web content, web marketing), offrendo in cambio ben poco (non sempre, ma spesso). Ho pensato di rendere fruttuosa quest'esperienza frustrante.
Vorrei parlare della comunicazione digitale, degli ambiti dei web design e dei compiti specifici del web content, nella speranza di rendere un servizio ai disoccupati, alle aziende e agli interessati.
Al giorno d'oggi è auspicabile una conoscenza ampia, capace di abbracciare tematiche specifiche e/o generali anche negli altri campi di studio e di lavoro. Non credo nella "tuttologia", ma ritengo un valore aggiunto avere nozioni e "skills multitasking", competenze integrate e intercambiabili a seconda della necessità.
Per esempio, il master che sto seguendo all'università integra diversi aspetti collegati al mondo del web: quello giuridico, quello di programmazione e quello legato ai contenuti. All'interno di queste macro aree gli argomenti sono nuovamente suddivisi in "capitoli" dal respiro più ampio (marketing, social media, usabilità, accessibilità, leggi, tecniche, traduzione siti multilingua etc. ). Ritengo altre sì importante non perdere di vista le specificità tipiche di ogni professione a favore di un "ibridamento" privo di sostanza.
"Comunicazione digitale", "progettazione siti web" e "banche dati e sicurezza informatica" sono tre cose diverse. Esiste un design di progettazione ed esiste un design di contenuti.
Per esempio, il master che sto seguendo all'università integra diversi aspetti collegati al mondo del web: quello giuridico, quello di programmazione e quello legato ai contenuti. All'interno di queste macro aree gli argomenti sono nuovamente suddivisi in "capitoli" dal respiro più ampio (marketing, social media, usabilità, accessibilità, leggi, tecniche, traduzione siti multilingua etc. ). Ritengo altre sì importante non perdere di vista le specificità tipiche di ogni professione a favore di un "ibridamento" privo di sostanza.
"Comunicazione digitale", "progettazione siti web" e "banche dati e sicurezza informatica" sono tre cose diverse. Esiste un design di progettazione ed esiste un design di contenuti.
Colui il quale lavora negli ambiti dei contenuti web non può prescindere da queste conoscenze.
La comunicazione digitale è il nome di un approccio che si riferisce all'architettura di comunicazione e conoscenza necessario alla realizzazione di software in maniera non intuitiva, ma con competenze e consapevolezza. I contenuti da digitalizzare, ovvero da mettere in rete, sono studiati e messi in pratica da due discipline specifiche: l'architettura della conoscenza e l'architettura della comunicazione.
La comunicazione digitale è il nome di un approccio che si riferisce all'architettura di comunicazione e conoscenza necessario alla realizzazione di software in maniera non intuitiva, ma con competenze e consapevolezza. I contenuti da digitalizzare, ovvero da mettere in rete, sono studiati e messi in pratica da due discipline specifiche: l'architettura della conoscenza e l'architettura della comunicazione.
L'architettura della conoscenza ha a che fare con l'ideazione e la realizzazione dei contenuti elettronici chiamati "e-content". Questi criteri e conoscenze permettono di elaborare un progetto relativo a un sito o portale, percorsi o programmi di e-learning, danno risposte alle necessità cognitive degli utenti (comprensione, memoria, utilizzo). E' facile intuire che questo ambito non ha ancora toccato alcun codice Java, HTLM, XML, CSS, PHP o qualsivoglia altro strumento di programmazione.
Se di programmazione si parla, questa ha a che fare con l'idea.
Da quali elementi è caratterizzata questa idea? Come la vogliamo realizzare? Quali sono gli strumenti che ci serviranno? A questa idea sono associati dei servizi? Quali tipi di contenuti dovranno essere inseriti? Quale stile utilizzare? Quali specifiche di editing? Quali esigenze (dell'azienda, dell'utente, delle professionalità che dovranno lavorare al sito)? Quali strumenti e comandi, icone, alternative testuali, valutazione dei rischi di ridondanza potranno reggere e sottolineare la coerenza logico semantica fra contenuti e dinamicità del sito? Queste sono solo alcune domande.
L'architettura della comunicazione ha a che fare con il dialogo, l'interazione nei programmi software, in particolare in rete. Cioè significa che il lavoro si svolgerà all'interno della gamma di opzioni offerte dalle logiche di navigazione in siti internet, nell'interattività dei contenuti, nella gestione dei contenuti.
Esistono due criteri per la costruzione di contenuti in rete:
Da quali elementi è caratterizzata questa idea? Come la vogliamo realizzare? Quali sono gli strumenti che ci serviranno? A questa idea sono associati dei servizi? Quali tipi di contenuti dovranno essere inseriti? Quale stile utilizzare? Quali specifiche di editing? Quali esigenze (dell'azienda, dell'utente, delle professionalità che dovranno lavorare al sito)? Quali strumenti e comandi, icone, alternative testuali, valutazione dei rischi di ridondanza potranno reggere e sottolineare la coerenza logico semantica fra contenuti e dinamicità del sito? Queste sono solo alcune domande.
L'architettura della comunicazione ha a che fare con il dialogo, l'interazione nei programmi software, in particolare in rete. Cioè significa che il lavoro si svolgerà all'interno della gamma di opzioni offerte dalle logiche di navigazione in siti internet, nell'interattività dei contenuti, nella gestione dei contenuti.
Esistono due criteri per la costruzione di contenuti in rete:
- l'individuazione del contesto in cui si colloca il sito, quindi la tipologia di dominio
- l'articolazione delle informazioni, dei temi del sito (servizi e funzionalità)
A ciò si aggiungono le specifiche conoscenze relative al testo informatico, all'articolazione della pagina virtuale, alle informazioni metatestuali (titoli, didascalie, capoversi, spazi), paracomunicative (parole chiave, link interni ed esterni), performative metatestuale (parole, immagini, espedienti grafici per veicolare contenuti, servizi, opportunità) e performativa metacomunicativa ( interazione con il programma, i pulsanti per attivare collegamenti). Senza contare le competenze linguistiche, sociologiche, psicologiche, antropologiche necessarie. Il bianco, in Italia, ha un significato. In India, un altro.
Un sito è aperto al mondo e per questo deve considerare tutte queste variabili. In particolar modo se si tratta di e-commerce o istituzioni. Particolare attenzione va posta ai loghi, ai noi, alle sigle, agli acronimi, ai termini in lingua straniera rispetto a quella di provenienza, ai termini criptici o di settore.
Questo perché occuparsi di contenuti significa occuparsi anche di coloro che dovranno usufruire questi contenuti, leggerli, assorbirli, ricordarli, citarli, studiarli, sfruttarli.
All'interno di questo panorama lavorano diverse figure professionali: content design, cognitive design, navigational designer, graphical design, interactivity design, experimental design.
Il web content design ha competenze, abilità ideative relative all'articolazione dei contenuti tematici di un sito, in funzione al dominio e allo scopo dello stesso. Ha competenze linguistiche, grafico-verbali, grafico-iconiche, grafico spaziali e sonore. Ha capacità metodologiche e organizzative, competenze semiologiche e conoscenza delle dinamiche di comunicazione. Figure professionali che possono essere integrate con il web content sono, ovviamente, il cognitive design e il navigational designer.
Abilità grafiche con i template, con i codici, i fogli stile, i programmi adatti a creare pagine dinamiche, i server non sono strettamente necessarie al web content. Grafica, progettazione, sicurezza, banche dati sono elementi fondamentali in un sito e un lavoro di qualità avviene con l'integrazione di competenze e la reciproca accettazione come strumenti di pari importanza. Un lavoro in team.
Di tutto un po' è sempre meglio che nulla. L'importante, secondo me, è che queste conoscenze integrate non siano richieste solo ed esclusivamente pensando al risparmio economico sulle risorse umane.
Una persona che fa tutto è un risparmio. Lo è altrettanto in termini di garanzia di qualità?
Fonte: "Comunicazione Digitale - Un approccio semiologico-linguistico", di E. Zuanelli, Editore Colombo, 2009. Capitoli 2 e 3
Fonte: "Comunicazione Digitale - Un approccio semiologico-linguistico", di E. Zuanelli, Editore Colombo, 2009. Capitoli 2 e 3
19 messages: