
Jamen Hillmann ci ha lasciato. Tumore alle ossa.
Psicanalista e filosofo battagliero, allievo di Carl Gustav Jung, Hillmann scrisse libri fondamentali per la psicologia analitica. Mise in discussione molto dei cardini della moderna psicologia e non ebbe paura di esprimere i suoi pensieri scomodi, affrontando le conseguenze professionali e umane delle sue scelte con responsabilità. “Essere me stesso significa essere incapace di eludere la responsabilità”, scriveva.
Psicanalista e filosofo battagliero, allievo di Carl Gustav Jung, Hillmann scrisse libri fondamentali per la psicologia analitica. Mise in discussione molto dei cardini della moderna psicologia e non ebbe paura di esprimere i suoi pensieri scomodi, affrontando le conseguenze professionali e umane delle sue scelte con responsabilità. “Essere me stesso significa essere incapace di eludere la responsabilità”, scriveva.
Ho letto molti suoi libri in cerca di risposte. L'ultimo, "Un terribile amore per la guerra", mi ispirò molto quando iniziati a tracciare un profilo del Progetto Oriana Fallaci. Ricordo con affetto profondo anche il suo più grande successo, "Il codice dell'anima", che pure entrerà nella bibliografia del progetto. Ma ho cari anche "Puer Eaternus", "Il suicidio", "Revisione della psicologia": non li ho ancora letti perché questi libri richiedono il giusto momento e la giusta apertura d'anima. I suoi contributi alla psicologia analitica sono e rimarranno pietre miliari all'interno di questo mondo del profondo.
Lo voglio ricordare con alcune citazioni dal libro "Un terribile amore per la guerra". Addio Hillmann.
Grazie per il dando che mi hai dato e che mi darai ancora con i tuoi libri e il tuo percorso.
(…) Il figlio di Laerte è colui che ha molto viaggiato, piegando per rotte e cammini diversi, ma è, allo stesso tempo, l’uomo multiforme e ingegnoso, che sa volgersi ad un variegato arsenale di espedienti. (…) Odisseo è il signore dalla (…) mente astuta, che, duttile e pronta, sa trovare la giusta risorsa, la mediazione insperata, il passaggio indispensabile per attraversare il pelago (…). Il divino figlio di Laerte rimane, tuttavia, per tutto il suo errare, tenacemente fedele alla sua identità, al suo Sé eroico, alla memoria della casa e degli affetti; all'immagine di una gloria personale che deve risuonare ancora a lungo, trovare la via della piena reintegrazione e del ritorno, e non essere inghiottita dall'anonima superficie dei flutti. (…) Con l’esperienza dell’Ade, con il dialogo e la visione dei morti, Odisseo ritrova il percorso e la sicurezza di no’stos, di un ritorno, secondo le profetiche e indispensabili parole del defunto vate Tiresia.
(...) Sapientiae cupidus, avido di sapere e di conoscere, Ulisse si configura, (…) come il prototipo dell’uomo curioso, di colui che, come spiega Cicerone (…) è disposto a mettere a repentaglio ogni suo bene e ogni sua tranquillità per il piacere che deriva dal conoscere (…) e per il perseguimento della ricca scientia di cui le Sirene sarebbero depositarie simboliche. (…) La conoscenza incarnata dal protagonista omerica resta, in ogni caso, fondazione di soggettività e libertà nella proiezione di un universo interiore e psichico. (…) Il desiderio del viaggio: la tensione a scoprire un mondo ancora più nuovo, il miraggio che spinge sempre avanti, nel mare dell’esperienza, verso un territorio non percorso il cui margine svanisce per sempre ogniqualvolta ci si approssima ad esso.
Citazioni tratte dal libro:"Un terribile amore per la guerra", di James Hillman.
6 messages: